Arthur Schopenhauer: Il mondo come volontà e rappresentazione

MyeBooks 20180410-2214
Schopenhauer-ilMondo-ajk.txt (* txt -> HTML)
2,8287,462,phi,ita,20160916,20161110,5,Arthur Schopenhauer: Il mondo come volontà e rappresentazione
20160916-20161110, 462 pages, 5* SalesInfo o ita

MyeBooks BookMenu

1.SisällysluetteloContentsСодержание
(1,2,3,4,5)
2.MuistiinpanotHighlightsПримечание
h
3.SanastoVocabularyСловарь
w
4.KielikuvatIdiomsИдиома
i
5.KirjanmerkitBookmarksЗакладка
b
6.YhteenvedotReviewsРезюме
###
7.HuomautuksetRemarksЗамечания
@@@

Sisällysluettelo Contents Содержание (Code: (1,2,3,4,5))

4000001 PROEMIO ALLA PRIMA EDIZIONE
1001 Libro I - IL MONDO COME RAPPRESENTAZIONE
100101 I. «Il mondo è mia rappresentazione»:
130102 II. Quello che tutto conosce, e da nessuno è conosciuto,
14010201 III. La differenza capitale fra tutte le nostre rappresentazioni è quella dell'intuitivo e dell'astratto.
16010202 IV. Chi ha conosciuto quella forma del principio di ragione che apparisce nel tempo puro in quanto è tale,
22010203 V. Ma bisogna guardarsi dal grande equivoco di pensare che, poiché l'intuizione richiede la nozione della causalità, ne sorga di conseguenza fra oggetto e soggetto il rapporto di causa ed effetto;
28010204 VI. Frattanto consideriamo per ora in questo primo libro il tutto come semplice rappresentazione,
35010205 VII. Sul proposito di tutta la nostra precedente considerazione
46010206 VIII. Come dalla diretta luce del sole al derivato riflesso della luna,
51010207 IX. I concetti formano una classe speciale di rappresentazioni,
62010208 X. In tutto questo ci si fa sempre più vicina la domanda, come mai sia da raggiungere la certezza, come siano da fondare i giudizi,
63010209 XI. Ora, da, questo punto di vista il vero contrapposto del sapere
65010210 XII. Sapere - il cui opposto contraddittorio è il concetto di
71010211 XIII. Tutte queste considerazioni, sì intorno all'utilità
75010212 XIV. Dopo tutte queste varie considerazioni (le quali
83010213 XV. Ora, se noi con la nostra fede che l'intuizione
83010214 1500:
99010215 XVI. Dopo tutto questo esame sia della ragione,
1080103 Libro II - IL MONDO COME VOLONTÀ PRIMA CONSIDERAZIONE L'obiettivazione del volere.
108010301 XVII. Nel primo libro abbiamo esaminato la rappresentazione
113010302 XVIII. In verità, il senso tanto cercato di questo mondo,
117010303 XIX. Se nel primo libro, con intima riluttanza, dichiaravamo
120010304 XX. Come essenza in sé del nostro corpo,
124010305 XXI. Attraverso tutte queste considerazioni,
125010306 XXII. Questa cosa in sé (vogliamo mantener come formula fissa l'espressione di Kant), che in quanto tale non è mai oggetto,
127010307 XXIII. La volontà come cosa in sé è affatto diversa dal suo fenomeno
134010308 XXIV. Dal grande Kant abbiamo imparato,
143010309 "XXV. Sappiamo che la pluralità in genere è necessariamente"
146010310 XXVI. Come infimo grado dell'obiettivazione della volontà,
155010311 XXVII. Se da tutte le precedenti considerazioni
169010312 XXVIII. Abbiamo considerato la grande molteplicità
179010313 XXIX. Chiudo qui la seconda parte della mia trattazione,
18202 LIBRO TERZO - IL MONDO COME RAPPRESENTAZIONE SECONDA CONSIDERAZIONE La rappresentazione, indipendente dal principio di ragione: l'idea platonica: l'oggetto dell'arte.
182020014 XXX. Dopo aver nel primo libro considerato
183020015 XXXI. Ma, prima di tutto, ancora una considerazione essenziale.
188020016 XXXII. Per le considerazioni fatte finora,
190020017 XXXIII. Poiché noi adunque come individui non abbiamo
192020018 XXXIV. Il passaggio dalla volgar conoscenza di singoli oggetti
196020019 XXXV. Per conseguire una più profonda penetrazione nell'essenza del mondo,
198020020 XXXVI. Al filo degli eventi tien dietro la storia:
209020021 XXXVII. Sebbene adunque, come risulta dalla nostra esposizione,
210020022 XXXVIII. Abbiamo trovato nella contemplazione estetica due inseparabili elementi:
216020023 XXXIX. Ora, a tutte codeste considerazioni,
223020024 XL. Poiché i contrari si illuminano a vicenda, può qui trovar posto l'osservazione,
224020025 XLI. II corso del nostro studio ha reso necessario introdur l'illustrazione
228020026 XLII. Ritorno alla nostra indagine dell'impressione estetica.
229020027 XLIII. La materia, in quanto tale, non può essere rappresentazione
234020028 XLIV. Quel che le due arti ricordate fanno per i gradi minimi
236020029 XLV. Rappresentare intuitivamente, in maniera diretta,
243020030 XLVI. Che Laocoonte, nel celebre gruppo, non gridi,
245020031 XLVII. Essendo bellezza e grazia il principale oggetto della scultura,
246020032 XLVIII. La pittura storica ha, oltre la bellezza e la grazia, anche il carattere per suo oggetto principale:
250020033 XLIX. Tutte le nostre considerazioni sull'arte finora svolte hanno sempre per base la verità,
253020034 L. Se adunque è fine di tutte le arti il comunicar la percepita idea,
260020035 LI. Se ora, armati delle nostre considerazioni precedenti sull'arte in generale,
274020036 LII. Dopo aver fin qui considerato tutte le arti belle da quel punto di vista generale,
28703 LIBRO QUARTO - IL MONDO COME VOLONTÀ SECONDA CONSIDERAZIONE Affermazione e negazione della volontà di vivere, dopo raggiunta la conoscenza di sé.
2870301 LIII. L'ultima parte del nostro esame si annunzia come la più grave,
2910302 LIV. I tre primi libri avranno fatto veder chiaramente e sicuramente,
3030303 LV. Che la volontà come tale sia libera, già risulta dal fatto
3260304 LVI. Questa libertà, questa onnipotenza, di cui l'intero mondo visibile,
3290305 LVII. In ogni grado, che la conoscenza illumina, apparisce a sé la volontà come individuo.
3380306 LVIII. Qualsiasi soddisfacimento, o ciò che in genere suol chiamarsi felicità,
3430307 LIX. Siamo ormai persuasi a priori, per le generalissime considerazioni fatte,
3460308 LX. Or che abbiamo terminate entrambe le spiegazioni,
3520309 LXI. Ci sovviene, dal secondo libro, che nella natura intera,
3540310 LXII. Fu già spiegato, che la prima e semplice affermazione
3730311 LXIII. Abbiamo conosciuta la giustizia temporale, che ha sua sede nello Stato,
3800312 LXIV. Ma ora procediamo dalla nostra posizione non mitica,
3830313 LXV. Con tutte le considerazioni fatte finora sulle azioni umane abbiamo preparata l'ultima,
3910314 LXVI. Una morale senza fondamento, ossia un semplice moraleggiare,
3990315 LXVII. Abbiamo veduto come dall'oltrepassamento del principii individuationis venisse,
4020316 LXVIII. Dopo questa digressione sull'identità del puro amore e della pietà,
4240317 LXIX. Da questa negazione della volontà di vivere,
4280318 LXX. Tutta questa nostra esposizione, oramai compiuta,
4340319 LXXI. Dando qui termine ai fondamenti dell'etica, e con essi all'intero
4380320 Riferimenti
Pagetop

Muistiinpanot Highlights Примечание (Code: h)

1 (12)
that existence and perceptibility are convertible terms»(2). Queste parole esprimono sufficientemente la coesistenza della realtà empirica con l'idealità trascendentale,
2 (17)
Causa ed effetto è dunque tutta la essenza della materia: il suo essere è la sua attività.
3 (17)
Ma tempo e spazio, ognuno per sé, sono anche senza la materia intuitivamente rappresentabili; invece non la materia senza quelli.
4 (18)
puro spazio, il quale non conosce alcun
5 (18)
Nello spazio puro il mondo sarebbe rigido ed immobile: nessuna successione, nessuna modificazione, nessuna attività: ma appunto con l'attività è anche tolta via la rappresentazione della materia. D’altra parte, nel tempo puro tutto sarebbe fuggitivo: nessun persistere, nessun coesistere, e perciò nulla di simultaneo, quindi nessuna durata: ossia anche in questo caso niente materia.
6 (20)
Viceversa ogni causalità, perciò ogni materia, e quindi l'intera realtà esiste soltanto per l'intelletto, mediante l'intelletto, nell'intelletto.
7 (20)
Ciò che sente l'occhio, l'orecchio, la mano, non è l'intuizione, ma sono appena i dati dell'intuizione. Solo allor che l'intelletto risale dall'effetto alla causa, apparisce il mondo, esteso nello spazio come intuizione, mutevole nella forma, eterno in quanto materia: perché l'intelletto congiunge spazio e tempo nella rappresentazione di materia, ossia di attività.
8 (22)
Ma l'oggetto già presuppone sempre il soggetto: fra i due non può adunque sussistere alcun rapporto di causa ed effetto.
9 (23)
oggetto presuppone sempre il soggetto e sempre rimane perciò una semplice rappresentazione di questo.
10 (23)
L'intero mondo degli oggetti è e rimane rappresentazione, e appunto perciò in tutto ed eternamente relativo al soggetto: ossia ha una idealità trascendentale. Tuttavia il mondo non è per questo né menzogna né illusione: si dà per quello che è, come rappresentazione, e precisamente come una serie di rappresentazioni, il cui vincolo comune è il principio di ragione. Come tale esso è comprensibile, fin nel suo senso più intimo, da un intelletto sano, e gli parla una lingua che questi comprende pienamente.
11 (24)
soltanto oggetti possono essere cause, e cause sempre di altri oggetti.
12 (25)
non è forse tutta la vita un sogno? - o più precisamente: non c'è un criterio sicuro per distinguere sogno e realtà, fantasmi ed oggetti reali?
13 (25)
«II rapporto delle rappresentazioni fra di loro secondo la legge di causalità distingue la vita dal sogno».
14 (26)
Accanto ai quali sta più degnamente di tutti Shakespeare: We are such stuff As dreams are made of, and our little life Is rounded with a sleep.
15 (27)
La vita e i sogni sono pagine di uno stesso libro. La lettura continuata si chiama vita reale.
16 (27)
che la vita sia un lungo sogno.
17 (27)
Che cosa è questo mondo dell'intuizione, oltre ad essere la mia rappresentazione?
18 (30)
Lavoisier la scoperta dell'ossigeno
19 (30)
Goethe la scoperta del modo di formazione dei colori naturali.
20 (33)
Che il conoscimento di causa ed effetto, come forma universale dell'intelletto, sia insito a priori negli animali, è invero già pienamente sicuro pel fatto che quel
21 (35)
tutte queste illusioni ingannatrici stanno davanti a noi come intuizione immediata, che non si può allontanare per mezzo d'alcun ragionamento. Quest'ultimo può solo impedir l'errore, ossia un giudizio senza ragion sufficiente, contrapponendogli un giudizio esatto: come per esempio il conoscere in abstracto che non la maggior distanza, bensì i vapori più densi all'orizzonte sono cause del più debole splendore della luna e delle stelle.
22 (37)
scuola jonica, Democrito, Epicuro, Giordano Bruno ed i materialisti francesi.
23 (37)
concetto astratto: Spinoza (precisamente dal puro concetto astratto di sostanza esistente soltanto nella sua definizione) e innanzi a lui gli Eleati.
24 (37)
Dalla terza classe, ossia dal tempo, e conscguentemente dai numeri: i Pitagorici e la filosofia chinese dell'I-king.
25 (37)
quarta classe, ossia dall'atto di volontà motivato dalla conoscenza: gli scolastici, che insegnano una creazione dal Nulla, mediante l'atto di volontà di un essere personale fuori del mondo.
26 (48)
L'animale comunica la sua sensazione e disposizione per mezzo di movimento e suono: l'uomo comunica all'altro uomo pensieri, per mezzo del linguaggio, o nasconde pensieri, per mezzo del linguaggio.
27 (50)
come dice Berkeley: «Few men think; yet all will have opinions»(16).
28 (53)
abstracta in senso eminente, sono concetti come «relazione, virtù, investigazione, inizio», concreta, sono i concetti «uomo, pietra, cavallo»,
29 (56)
Ogni scienza consiste in un sistema di verità, leggi e regole generali, e quindi astratte, relative a un qualche genere d'oggetti.
30 (63)
Sapere, in generale, significa aver in potere della propria mente, per riprodurli a volontà, quei giudizi, che hanno il lor principio sufficiente di conoscenza in qualcosa fuori di se stessi, ossia sono veri.
31 (63)
vero contrapposto del sapere è il sentimento, del quale dobbiamo a questo punto introdurre l'esame.
32 (102)
Imperocché l'etica stoica originariamente ed essenzialmente non è punto una dottrina di virtù, ma semplice avviamento alla vita razionale, di cui è meta e scopo la felicità ottenuta con la calma dello spirito.
33 (108)
XVII. Nel primo libro abbiamo esaminato la rappresentazione solo come tale, ossia nella sua forma generica. Tuttavia, per ciò che riguarda la rappresentazione astratta - il concetto - questa ci fu nota anche nel suo contenuto, in quanto essa riceve ogni contenuto e significato solamente dalla sua relazione con la rappresentazione intuitiva; senza la quale sarebbe priva di valore e di contenuto.
34 (143)
La cosa in sé, in quanto tale, è libera da ogni forma della conoscenza, anche da quella più generale dell'essere oggetto per il soggetto; ossia è qualcosa d'affatto diverso dalla rappresentazione.
35 (149)
grande teoria kantiana, che tempo, spazio e causalità non appartengano alle cose in sé, ma esclusivamente al fenomeno, e siano forme della nostra conoscenza,
36 (150)
Perciò dichiarammo nel precedente libro esser la materia una combinazione di tempo e spazio; la qual combinazione si mostra come mutar d'accidenti nel permanere della sostanza, di cui è possibilità generale appunto la causalità, ossia il divenire.
37 (159)
D'altra parte, non va dimenticato che in tutte le idee, ossia in tutte le sfere della natura inorganica ed in tutti gli aspetti dell'organica, è una volontà unica che si manifesta, ossia passa nella forma della rappresentazione, nell'obiettità.
38 (163)
Ogni grado nell'obiettivazione della materia contende all'altro la materia, lo spazio, il tempo.
39 (169)
Adunque la conoscenza in genere, sia razionale o sia puramente intuitiva, nasce originariamente dalla volontà, appartiene all'essenza dei più alti gradi della sua obiettivazione, come una semplice (µ??a??), un mezzo per la conservazione dell'individuo e della specie, a modo d'ogni altro organo del corpo. In origine destinata quindi al servizio della volontà, pel raggiungimento dei suoi fini, rimane a questa pressocché costantemente schiava: così in tutti gli animali ed in quasi tutti gli uomini.
40 (169)
Vedremo tuttavia nel terzo libro, come in alcuni uomini la conoscenza si sottragga a questa servitù, ne spezzi il giogo, e, libera da tutti i fini della volontà, stia a sé come un semplice, chiaro specchio del mondo. Così nasce l'arte.
41 (169)
E vedremo finalmente nel quarto libro, come per mezzo di questa maniera di conoscenza, quand'ella agisce di riflesso sulla volontà, possa aversi la soppressione della volontà stessa; ossia la rassegnazione, che è lo scopo supremo, o anzi la più intima essenza d'ogni virtù e santità, ed è la redenzione del mondo.
42 (172)
Il carattere intelligibile coincide quindi con l'idea, o più precisamente con l'originario atto di volontà, che in lei si manifesta: sotto questo rispetto, adunque, non solo il carattere empirico dell'uomo, ma anche quello d'ogni specie animale, anzi d'ogni specie vegetale e perfino d'ogni forza originaria della natura inorganica, è da considerar come fenomeno d'un carattere intelligibile, ossia d'un atto di volontà indivisibile, che sta fuori del tempo.
43 (173)
L'animale è tanto più ingenuo dell'uomo, quanto la pianta è più ingenua dell'animale. Nell'animale vediamo la volontà di vivere come se fosse più nuda che nell'uomo, dov'è rivestita di tanta conoscenza, e per di più avvolta nella capacità della finzione; sì che la sua vera essenza non si palesa se non per caso e frammentariamente.
44 (173)
Ogni pianta ci narra, a tutta prima, della propria patria, del clima di questa, della natura del suolo da cui è uscita.
45 (174)
codesta unità trova ora la sua espressione nella necessaria relazione e concatenazione di quelle parti e di quegli sviluppi fra loro, secondo la legge di causalità. Essendo l'unica e indivisibile volontà, ed appunto perciò sempre concorde con se stessa, quella che si manifesta in tutta quanta l'idea come in un atto, deve il suo fenomeno, pure dividendosi in una varietà di parti e di stati, continuar tuttavia a mostrare la propria unità in una costante armonia di quelle parti e di quegli stati: e ciò accade mediante una necessaria relazione e dipendenza rispettiva, sì che anche nel fenomeno viene ricostituita l'unità dell'idea.
46 (174)
Appartengono al mondo come rappresentazione, non al mondo come volontà;
47 (174)
Chi ha colto il senso di questa esposizione forse alquanto difficile, potrà ora comprendere esattamente la dottrina kantiana, la quale tende a mostrar che tanto la finalità del mondo organico quanto la finalità del mondo inorganico è introdotta nella natura dal nostro intelletto; motivo per cui si riferiscono entrambe al solo fenomeno, e non alla cosa in sé.
48 (176)
Ogni fenomeno ha dovuto perciò adattarsi alle circostanze in cui s'era trovato, e queste adattarsi a quello, sebbene molto più recente nel tempo; e dappertutto noi vediamo cotal consensus naturae.
49 (177)
Quindi il corso dei pianeti, la inclinazione dell'eclittica, la rotazione della terra, la separazione della terraferma e del mare, l'atmosfera, la luce, il calore e tutti i consimili fenomeni, i quali nella natura sono ciò che il basso fondamentale è nell'armonia, si adattarono presaghi alle future specie d'esseri viventi, ch'essi erano destinati a sostenere e conservare.
50 (178)
Nell'esteriore come nell'interior teleologia della natura ciò che noi dobbiamo pensare come mezzo e come scopo è sempre unicamente la manifestazione - venuta a scindersi per la nostra maniera di conoscenza nel tempo e nello spazio - dell'unità dell'unica volontà, per questo rispetto concorde con se stessa.
51 (178)
Campo ed oggetto di questa guerra è la materia, che gli avversari cercano di strapparsi a vicenda; o anche il tempo e lo spazio, la cui combinazione sotto la forma della causalità costituisce propriamente la materia, com'è spiegato nel primo libro(4261
52 (180)
Ogni volontà è volontà di qualche cosa, ha un oggetto, una mèta del suo volere: che cosa vuol dunque alla fin fine quella volontà, che noi abbiamo rappresentata come essenza in sé del mondo?
53 (181)
Lo stesso si può anche vedere, finalmente, nelle aspirazioni e voglie umane, che sempre c'illudono mostrandoci il lor compimento come supremo fine del volere; ma, non appena raggiunte, non sembrano più le stesse, e quindi tosto dimenticate, invecchiate, vengono sempre - anche se non vogliamo subito convenirne - messe da parte come miraggi dileguati. Felici ancora, se qualche cosa rimane al nostro desiderio ed alla nostra aspirazione, per alimentare il giuoco del perenne passaggio dal desiderio all'appagamento, e da questo ad un novello desiderio - passaggio, che si chiama felicità quand'è rapido, dolore quand'è lento -; invece di cadere in quella paralisi, che si rivela come orribile, stagnante noia, confusa aspirazione senza oggetto preciso, mortale languore.
54 (182)
L'unica conoscenza di sé, che abbia la volontà in genere, è la rappresentazione nel suo complesso, la totalità del mondo intuitivo. Questo mondo è la sua obiettità, la sua rivelazione, il suo specchio. Che cosa significhi il mondo in questa sua qualità, sarà oggetto della nostra seguente considerazione(50).
55 (182)
XXX. Dopo aver nel primo libro considerato il mondo come pura rappresentazione, come oggetto per un soggetto, nel secondo libro l'abbiamo guardato dall'altra sua faccia, trovando che questa è volontà, e risultò che il mondo, oltre all'esser rappresentazione, non è altro che volontà.
56 (185)
Platone invece dice: «Le cose di questo mondo, che i nostri sensi percepiscono, non hanno nessuna vera consistenza: esse divengono sempre, ma non sono mai: hanno un'esistenza appena relativa, esistono soltanto nel loro reciproco rapporto e per il loro reciproco rapporto: tutto il loro essere può così chiamarsi con egual ragione un non-essere.
57 (185)
Ciò che invece può esser chiamato un vero essere (??t?? ??), perché sempre è ma non mai comincia né finisce, sono le cause reali di quelle ombre: sono le eterne idee, le forme prime di tutte le cose.
58 (186)
Kant dirà su per giù: «Questo animale è un fenomeno nel tempo, nello spazio e nella causalità, che sono tutte condizioni a priori dell'esperienza possibile giacenti nella nostra facoltà conoscitiva, non già determinazioni della cosa in sé.
59 (187)
non ci si sarebbe lasciati tirar pel naso oggi da un ciarlatano, domani da un altro, né questo secolo XIX, annunziantesi così significante, avremmo inaugurato in Germania con filosofiche farse recitate sulla tomba di Kant (come talora gli antichi ai funerali dei loro), fra il giusto dileggio d'altre nazioni - perché ai gravi e perfino rigidi tedeschi scherzi siffatti si convengono meno che a ogni altro.
60 (193)
L'individuo come tale conosce solo oggetti singoli; il puro soggetto del conoscere, solo idee. Imperocché l'individuo è il soggetto del conoscere nella sua relazione con un determinato, singolo fenomeno della volontà, ed in servizio di esso.
61 (195)
In questo senso dice Byron: Are not the mountains, waves and skies, a part Of me and of my soul, as I of them?(55)
62 (196)
con Platone, dove egli alle idee sole attribuisce un vero e proprio essere,
63 (232)
Una specialissima relazione hanno poi ancora le opere dell'architettura con la luce: in pieno splendore di sole, col cielo azzurro nello sfondo, sono due volte più belle; e tutt'altro effetto producono inoltre nello splendore lunare.
64 (239)
Umana bellezza fu qui sopra spiegata come la più perfetta oggettivazione della volontà nel più alto grado della sua conoscibilità.
65 (240)
Quindi le arti il cui fine è posto nel rappresentar l'idea dell'umanità, hanno per compito, oltre la bellezza - carattere della specie - anche il carattere individuale, che suol chiamarsi appunto carattere senz'altro.
66 (243)
Non posso a meno di stupirmi, che sì riflessivi e acuti uomini faticosamente vadano a cercar lontano ragioni inadeguate, s'afferrino ad argomenti psicologici, o addirittura fisiologici, per chiarire un fatto, la cui ragione è ben prossima e subito palese ad uno spirito spregiudicato, - e stupirmi soprattutto che Lessing, il quale tanto s'appressò alla giusta spiegazione, non abbia poi colto per nulla nel segno.
67 (252)
Viceversa imitatori, artefici di maniera, imitatores, servum pecus, procedono nell'arte movendo dal concetto: prendon nota di ciò che nelle vere opere d'arte piace e commuove, se lo rendono chiaro, lo afferrano in forma di concetto, astrattamente, e lo imitano infine, in modo aperto o palese, con avveduta intenzione. Succhiano il lor nutrimento, simili a piante parassite, da opere altrui; e, simili a polipi, prendono il colore di ciò che mangiano.
68 (277)
Nei suoni più gravi dell'armonia, nel basso fondamentale, io riconosco i gradi infimi dell'oggettivantesi volontà, la natura inorganica, la massa del pianeta.
69 (281)
Tanto si potrebbe quindi chiamare il mondo musica materiata, quanto materiata volontà.
70 (285)
Così pure la musica, la quale, proprio come il mondo, oggettiva la volontà direttamente, è perfetta soltanto nell'armonia completa.
71 (292)
La più saggia di tutte le mitologie, l'indiana, ciò esprime attribuendo a quel medesimo Dio, che simboleggia la distruzione e la morte (come Brama, il più peccaminoso e basso Dio della Trimurti, simboleggia la generazione, la nascita, e Visnu la conservazione), attribuendo a Shiva, dico, in pari tempo il collare di teschi ed il Lingam, simbolo della generazione, la quale si presenta quivi adunque come adeguamento della morte.
72 (294)
La continuata nutrizione e riproduzione si distingue dalla nascita soltanto per il grado; e soltanto per il grado si distingue la continuata escrezione dalla morte.
73 (294)
Il sonno profondo non è, nel tempo della sua durata, diverso dalla morte, in cui sovente va a finire, per esempio, nei casi di assideramento; diverso n'è soltanto per l'avvenire, ossia per la possibilità del risveglio. La morte è un sonno, nel quale si dimentica l'individualità: ma tutto il rimanente si risveglia, o piuttosto non s'è mai addormentato(85).
74 (295)
Nel passato nessun uomo è vissuto, e nell'avvenire nessuno vivrà: il presente solo è forma d'ogni vita, ed è sicuro dominio, che alla vita non può mai essere strappato.
75 (297)
Alla volontà di vivere è certa la vita: la forma della vita è un presente senza fine; né importa il come nascano e periscano nel tempo gl'individui, fenomeni dell'idea, comparabili a sogni fugaci.
76 (304)
Nell'uomo adunque può la volontà pervenire alla piena conscienza di sé, alla chiara ed esauriente cognizione del suo proprio essere, quale nel mondo intero si rispecchia.
77 (314)
Non posso quindi pentirmi mai di ciò che ho voluto, ma posso bensì di ciò che ho fatto; perché, da falsi concetti guidato, ho fatto cose non conformi alla mia volontà.
78 (315)
L'animale ha soltanto rappresentazioni intuitive; l'uomo, per via della ragione, possiede anche rappresentazioni, astratte, o concetti.
79 (316)
D'altronde codesta capacità deliberativa dell'uomo appartiene anch'essa alle cose, che fanno la sua vita tanto più tormentosa di quella degli animali; perché i nostri maggiori dolori in genere non stanno nel presente, come rappresentazioni intuitive o sentimento immediato, bensì nella ragione, come concetti astratti, torturanti pensieri, da cui è affatto libero l'animale, che vive soltanto nel presente, e quindi in invidiabile assenza di pensiero.
80 (319)
Vediamo l'uomo, in grazia della sopraggiuntagli conoscenza astratta, o di ragione, avere in più dell'animale una facoltà di scelta,
81 (338)
allora gli è come se avessimo quel che cercavamo, cioè qualcosa che in ogni istante possiamo accusar come sorgente dei nostri mali, invece d'accusarne la nostra propria natura, e per cui noi, in dissidio col nostro destino, veniamo in compenso riconciliati con la nostra esistenza, allontanandosi di nuovo la cognizione, che a codesta esistenza sia essenziale il dolore,
82 (346)
L'affermazione della volontà è il volere stesso permanente, non turbato da nessuna conoscenza, qual suol riempire la vita dell'uomo in generale.
83 (348)
soddisfazione dell'istinto sessuale va oltre l'affermazione della nostra esistenza, la quale empie un sì breve spazio di tempo, e afferma la vita oltre la morte individuale, per un tempo indefinito.
84 (349)
L'istinto sessuale si conferma essere la risoluta, la più forte affermazione della vita, anche pel fatto che per l'uomo naturale, come per l'animale, esso è il fine ultimo, il supremo scopo della vita sua.
85 (350)
Parmenide - con molto senso, che Eros è il Primo, il Creatore, il Principio, dal quale ebbero origine tutte le cose.
86 (353)
Alla propria morte guarda ciascuno come alla fine del mondo, e invece accoglie come una cosa abbastanza indifferente quella dei suoi conoscenti, s'egli non v'è per avventura interessato di persona.
87 (353)
bellum omnium contra omnes, che Hobbes, nel primo capitolo De cive, mirabilmente ha descritto.
88 (367)
Imperocché nel secondo caso s'avrebbe, che nessuno voglia compiere ingiustizia; nel primo, invece, che nessuno voglia patire ingiustizia; e a tal fine sarebbero appieno adoprati i mezzi opportuni.
89 (369)
I punti più importanti della dottrina pura del diritto, quali la filosofia deve trasmetterli, pei fini suddetti, alla legislazione, sono i seguenti: 1. Spiegazione dell'intimo e proprio valore nonché dell'origine dei concetti di giusto e d'ingiusto, e della loro applicazione e del loro posto nella morale. 2. Deduzione del diritto di proprietà. 3. Deduzione del valore morale dei contratti: essendo questo il fondamento morale del contratto sociale. 4. Spiegazione dell'origine e finalità dello Stato, della relazione di codesta finalità con la morale, e della conseguente trasposizione della dottrina morale del diritto, invertita, alla legislazione. 5. Deduzione del diritto penale.
90 (369)
Kant gettò la falsissima affermazione, che fuori dello Stato non esista alcun diritto perfetto di proprietà. Secondo la deduzione fatta più sopra, esiste invece proprietà anche nello stato di natura, con pieni diritti naturali, ossia morali; la quale non può senza ingiustizia venire offesa, e senza ingiustizia può esser difesa fino all'estremo.
91 (370)
L'ingiustizia, che altri compie verso me, non mi dà minimamente il diritto di commettere ingiustizia a suo riguardo.
92 (370)
Pagar male con male, senz'altra mira, non è cosa da giustificarsi moralmente né in altro modo in virtù di qualsivoglia principio ragionevole; ed il jus talionis, eretto a principio indipendente ed a finalità ultima del diritto penale, è vuoto di senso.
93 (372)
E ammesso finalmente, che tutto ciò si potesse superare e toglier di mezzo, con una saggezza fondata sull'esperienza di millennii, il risultato ultimo sarebbe l'eccesso di popolazione sull'intero pianeta; terribile male, che oggi solo un'audace fantasia riesce a rappresentarsi(101).
94 (377)
Da questa conoscenza muove il veggente poeta Calderón in La vita è sogno: Pues el delito mayor Del hombre es haber nacido(102).
95 (380)
dell'eterna giustizia, alle connesse considerazioni sul valore etico dell'azione e della coscienza, la quale è il conoscimento sentito di quel valore.
96 (383)
concetto di vero già data nello scritto sul principio di ragione, cap. 5,
97 (383)
concetto di bello ha per la prima volta trovato la sua giusta illustrazione in tutto il nostro terzo libro.
98 (383)
il concetto di buono, cosa che può farsi con molto poco. Questo concetto è essenzialmente relativo, e indica la conformità di un oggetto con una qualsivoglia determinata aspirazione della volontà.
99 (383)
chiamiamo buono tutto ciò che è come noi vogliamo che sia; quindi per l'uno può esser buono ciò che per l'altro è addirittura l'opposto.
100 (384)
soddisfazione immediata e quella della mediata,
101 (388)
Alla malvagità è già affine la sete di vendetta, che il male paga col male, non per riguardo al futuro, il che costituisce il carattere della pena, ma solo per il fatto accaduto, passato; quindi senza vantaggio;
102 (399)
In tal caso il carattere asceso all'altissima bontà e alla perfetta generosità sacrifica in tutto il suo bene al bene dei più:
103 (399)
Così periva Socrate, così Giordano Bruno, così trovarono tanti eroi della verità la morte sul rogo, tra le mani dei preti.
104 (403)
Perciò dice Gesù: «È più facile a una gomena passare attraverso una cruna d'ago, che a un ricco venire nel regno di Dio».
105 (407)
Un santo può esser pieno della più assurda superstizione, o esser viceversa un filosofo: i due si equivalgono.
106 (411)
amor del prossimo eguale all'amor di sé; carità, amore e benevolenza in cambio di odio; pazienza, mitezza, sopportazione d'ogni possibile offesa senza opporvisi: sobrietà nel cibo per mortificare il piacere; resistenza all'istinto sessuale, ove sia possibile, completa.
107 (428)
Fra questa morte provocata da un estremo dell'ascesi e il comune suicidio mosso dalla disperazione, potranno essere più gradi intermedi e forme miste, la qual cosa è difficile a chiarire; ma l'animo umano ha abissi, tenebre e avvolgimenti, che sono di estrema difficoltà ad illuminare e dispiegare.
108 (433)
Se conducessero alla beatitudine le opere, le quali emanano da motivi e da meditato proposito, sarebbe ognora la virtù null'altro che un sottile, metodico, lungimirante egoismo: si giri pur la cosa come si vuole.
109 (434)
concetto del nulla è essenzialmente relativo, e si riferisce sempre ad alcunché di determinato, ch'esso nega.
110 (436)
mondo della rappresentazione, che io ho indicato come oggettità, specchio della volontà.
Pagetop

Sanasto Vocabulary Словарь (Code: w)

1 Kant scioglie il problema così (25)
2 avvedutezza (31)
kaukokatseisuus
3 sciocco (32)
typerä
4 varcarne (33)
5 sideroxylon (40)
6 ragno (44)
hämähäkki
7 L'esimio (49)
Arvostettu
8 Va qui notato di sfuggita (68)
9 giuoco di parole, calembourg, pun, al quale si può ravvicinare anche il doppio senso, l’équivoque, usato principalmente per l'oscenità (74)
10 stolto (79)
typerä
11 distesamente (79)
pitkään.
12 ingarbugliata!sekava! (100)
13 baloccarono (105)
pikkujuttu
14 patimento (107)
kärsimystä,
15 prescindendo (118)
erilleen
16 scuote (121)
tärisee
17 chiocciola (129)
etana
18 meriggio (133)
keskipäivä
19 vortice (138)
pyörre
20 indugio (149)
viive
21 diuturna (162)
22 logorio (181)
kuluminen
23 propizi (218)
suotuisa
24 tranquilla e pacata necessità (219)
hiljainen ja rauhallinen välttämättömyys,
25 (Definiunt autem ideam exemplar aeternum éorum, quae secundum naturam existunt (227)
Nam plurimis ex iis, qui Platonem secuti sunt, minime placuit, arte factorum ideas esse, ut clypei atque lyrae; neque rursus eorum, quae praeter naturam, ut febris et cholerae; neque particularium, ceu Socratis et Platonis; neque etiam rerum vilium, veluti sordium et festucae; neque relationum, ut majoris et excedentis: esse namque ideas intellectiones dei aeternas, ac seipsis perfectas).(Ne määrittävät ajatuksen ikuisen esimerkki siitä, mikä vastedes mukaan luonteesta olento. Monille heistä, Platon, ja Platon ja Aristoteles, ei lainkaan tyytyväinen, tekemät taide ovat ideoita, ja lyyra kilpenä, eikä jälleen sen, mikä on lisäksi luonteeseen, voi olla kuumetta ja sappi, eikä erityisesti, kuten Sokrates ja Platon, eikä tietoa siitä, mikä on nöyrä asioita, ikäänkuin pois saastan ja tangot, tai suhteiden, ja paljon parempi kuin vanhempi oli: että on ymmärrystä ajatuksia Jumalasta, sillä iankaikkinen ja täydellinen itse).
26 «Chi scorge l'umana bellezza (237)
"Kuka näkee ihmisen kauneuden,
27 palese (240)
ilmeinen
28 scorcio (245)
välähdyksen.
29 scudo (255)
kilpi
30 stemmi (256)
vaakunoita,
31 sego (259)
tali,
32 ?? d’epes? O?ea?? ?aµp??? fa?? ?e?????, ‘????? ???ta µe?a??a? ep? ?e?d???? a????a? (261)
Vuonna d'epei Ocean BRILLIANT faos ielioio, "Hinaus yö nigra upon xeidoron Rat.
33 tutto scevra di volontà (277)
kaikki vailla tahtoa.
34 «nubicuculia» (289)
35 tosto (302)
pian
36 prescindiamo (307)
jättää ottamatta huomioon
37 l'eternamente indistricabile nodo gordiano (311)
38 ciurmeria (324)
39 diuturnamente (328)
40 vescicante (336)
rakkoja,
41 travaglio (347)
travail,
42 affanni (403)
hoito
43 vetta (413)
huippukokous
44 lusinga dell'attimo (417)
uistin hetkestä,
45 ceppi (422)
kantoja,
46 letizia (424)
onnellisuus
47 balenantemi cognizione (426)
salama
Pagetop

Kielikuvat Idioms Идиома (Code: i)

1 l'intraprendere una investigazione (25)
2 a vicenda (33)
toisiaan.
3 noiosissime fanfaronate (36)
tylsä kehuskelevan.
4 l'intimo congegno (113)
intiimi laite
5 esofago e canale (123)
ruokatorvi ja kanava
6 modo più palese (128)
ilmeisimmät tavalla,
7 ciarle vuote (139)
tyhjä palot
8 barare al giuoco (176)
huijaaminen leikkiä,
9 che non vige (186)
joka ei koske
10 conoscenza si scioglie dal servigio della volontà (192)
tieto sulaa palvelusta tahdon,
11 davanti al pensiero del suicidio s'arretrava sbigottito (317)
ennen ajatellut itsemurhan s'arretra kauhuissaan.
12 vagolando come fuochi fatui (322)
vagolando kuten wisps
13 uomini scellerati (353)
jumalattomia,
14 rimosse gli sterpi (356)
lo nettò ed arò;Hän poisti rikkaruohot, netto ja kynnetty;
15 dell'insidia guerresca (362)
ovelia soturi,
16 starebbe sicuramente in bilico (374)
Se olisi varmasti tasapainossa.
17 in cui questi si vegga re (376)
jossa voi nähdä nämä kuninkaat,
18 rogo del marito (379)
miehensä pyre?
19 tener celato (434)
pitää piilossa
20 un'accozzaglia di parole (435)
sekamelskaan sanoen,
Pagetop

Kirjanmerkit Bookmarks Закладка (Code: b)

1ONTENTS+438p=438p95%************************************************
26 PROEMI+0p=438p95%************************************************
3o I - IL+0p=438p95%************************************************
482 I. «I+0p=438p95%************************************************
520160916+-428p=10p2%*
620160917+18p=28p6%***
720160918+18p=46p10%*****
820160920+19p=65p14%*******
920160924+10p=75p16%********
1020160926+8p=83p18%*********
1120161003+30p=113p24%************
1220161006+12p=125p27%**************
1320161008+9p=134p29%**************
1420161009+9p=143p31%****************
1520161010+39p=182p39%********************
1620161014+8p=190p41%********************
1720161017+8p=198p43%**********************
1820161020+11p=209p45%**********************
1920161022+44p=253p55%****************************
2020161024+34p=287p62%*******************************
2120161026+16p=303p66%*********************************
2220161030+35p=338p73%************************************
2320161031+8p=346p75%**************************************
2420161102+12p=358p77%**************************************
2520161103+33p=391p85%******************************************
2620161105+23p=414p90%*********************************************
2720161107+10p=424p92%**********************************************
2820161108+10p=434p94%***********************************************
Pagetop

Yhteenvedot Reviews Резюме (Code: ###)

Arthur Schopenhauer: Il mondo come volontà e rappresentazione
2,8287,462,phi,ita,20160916,20161110,5,Arthur Schopenhauer: Il mondo come volontà e rappresentazione
20160916-20161110, 462 pages, 5* SalesInfo o ita

A joyous masterpiece

"Philosophy is a science, and consequently does not fall within the creeds; according to it nothing can be assumed as being, except what is either empirically confirmed or proven irrefutably by conclusions ".

This, in my opinion, is quoted as the nutshell of Schopenhauer aptly in Wikipedia. According to the same source of information, Schopenhauer wrote his main work Die Welt als Wille und Vorstellung (The World as Will and Representation), barely 30 years old. One and a half years after its appearance it had not been sold yet a piece! In this work the core, according to the author, is:

Il mondo della rappresentazione, che io ho indicato come oggettità, è specchio della volontà.

With the concept the world, which I have shown to be an object, is the the mirror of the will.

And here are the result of the whole sophistical treatment:

"Noi vogliamo piuttosto liberamente dichiarare: quel che rimane dopo la soppressione completa della volontà è invero, per tutti coloro che della volontà ancora son pieni, il nulla. Ma viceversa per gli altri, in cui la volontà si è rivolta da se stessa e rinnegata, questo nostro universo tanto reale, con tutti i suoi soli e le sue vie lattee, è - il nulla."

We want a fairly freely declare: what remains after the complete elimination of the will is indeed for those who are still full of the will, nothing. But on the other hand to the other, where the will is transformed into oneself and become negated, this is our real universe with all its suns and milkways, it is - nothing, zero.

How I would like to translate the whole work! It might become difficult, but it is full of the real treats.

Un capolavoro gioioso

"Filosofia è una scienza, e di conseguenza non rientra nell'ambito delle credenze; di conseguenza essa non può essere assunto come essere, se non ciò che è o empiricamente confermata o dimostrata inconfutabilmente per conclusioni". Così, a mio parere, è citato Schopenhauer giustamente nella Wikipedia.

Secondo la stessa fonte di informazioni: Schopenhauer scrisse la sua opera principale Die Welt als Wille und Vorstellung (Il mondo come volontà e rappresentazione), ad appena 30 anni d'età. Un anno e mezzo dopo la comparsa del libro non fosse stata venduta ancora nessuna copia! Ecco il cuore del lavoro secondo l'autore:

"Il mondo della rappresentazione, che io ho indicato come oggettità, specchio della volontà."

E qui i risultati di tutta la sofisticazione:

"Noi vogliamo piuttosto liberamente dichiarare: quel che rimane dopo la soppressione completa della volontà è invero, per tutti coloro che della volontà ancora son pieni, il nulla. Ma viceversa per gli altri, in cui la volontà si è rivolta da se stessa e rinnegata, questo nostro universo tanto reale, con tutti i suoi soli e le sue vie lattee, è - il nulla."

Me piacerebbe veramente tradurre l'intera opera. Potrebbe diventare difficile, ma è pieno di veri ossequi reali.

Riemastuttava mestariteos

Schopenhauer: filosofia on tiede, eikä siihen siten kuulu uskonkappaleita; vastaavasti siinä mitään ei voida olettaa olevaksi, paitsi se mikä on joko empiirisesti vahvistettu tai todistettu kiistämättömillä päätelmillä”. Näin siteerataan mielestäni osuvasti Schopenhaueria Wikipediassa.

Samassa lähteessä olevan tiedon mukaan Schopenhauer kirjoitti pääteoksensa Die Welt als Wille und Vorstellung (Maailma tahtona ja ilmentymänä) tuskin 30-vuotiaana. Puolentoista vuoden kuluttua sen ilmestymisestä sitä ei oltu myyty vielä yhtään kappaletta! Tässä teoksen ydin:

Il mondo della rappresentazione, che io ho indicato come oggettità, specchio della volontà,

Mielteen maailma, jonka olen osoittanut olevan objekti, tahdon peili.

Ja tässä koko sofistisen viisastelun lopputulos:

Noi vogliamo piuttosto liberamente dichiarare: quel che rimane dopo la soppressione completa della volontà è invero, per tutti coloro che della volontà ancora son pieni, il nulla. Ma viceversa per gli altri, in cui la volontà si è rivolta da se stessa e rinnegata, questo nostro universo tanto reale, con tutti i suoi soli e le sue vie lattee, è - il nulla.

Haluamme melko vapaasti julistaa sen mitä jää jäljelle täydellistä poistamisen tahtoa todellakin niille, jotka ovat edelleen täynnä tahtoa, ei mitään. Mutta toisaalta muille, joissa tahto on muuttunut osaksi itseä ja tullut kielletyksi, tämä meidän todellinen maailmankaikkeutemme kaikkine aurinkoineen ja linnunratoineen, se on - ei mitään, nolla.

Tekisipä mieli suomentaa koko teos. Saattaisi tulla vaikeuksia, mutta on täynnä todellisia herkkupaloja.

Pagetop

Huomautukset Remarks Замечания (Code: @@@)


No Remarks Pagetop

Schopenhauer-ilMondo-ajk.txt o MyeBooks o 20160916-20161110, 462 pages, 5* SalesInfo o ita

Asko Korpela 20180410 (20110710) o Ajk homepage o WebMaster
AA o BB o CC o DD o EE